Verbali che multano ciclisti vittime di incidenti provocati da automobilisti distratti, maleducati e imprudenti, automobilisti che investono volontariamente ciclisti per futili motivi, provocando loro danni fisici rilevanti e spesso gravissimi, commenti nei social di odio dichiarato e spudorato, queste sono le casistiche raccolte negli ultimi mesi dalla nostra associazione Zerosbatti.

Abbiamo impugnato verbali e contestazioni, restituendo verità e giustizia ai fatti malamente riportati dalle Forze dell’ordine, ai fini anche del risarcimento del danno che in caso di multa verrebbe vanificato e osteggiato dall’Assicurazione.

Le giustificazioni inascoltabili degli automobilisti dopo l’incidente, dinanzi al ciclista esamine sull’asfalto vanno da “non l’ho visto”, a “certo che i ciclisti vanno in mezzo alla strada in fila per tre” fino a “i ciclisti non vanno sulle ciclabili e poi si lamentano”, come se questi comportamenti possano giustificare aggressioni, lesioni gravi o gravissime a chi, secondo l’automobilista (che in quel momento si erge a poliziotto, giudice e boia) le abbia trasgredite.

La notizia è che i ciclisti non avevano invece trasgredito alcuna regola e per lo più gli incidenti erano stati causati al contrario dalle condotte imprudenti e illegittime degli automobilisti.

Nelle scuole guide, ma anche a taluni rappresentanti delle forze dell’ordine andrebbe spiegato infatti che:

  1. Il 30% delle cadute dei ciclisti sono provocati da collisioni con automobili e di questi il 95% vedono la piena responsabilità dell’automobilista contro ciclisti solitari sulla propria destra;
  2. Le ciclabili sono impraticabili dai ciclisti sportivi per due ragioni: a) per il 90% si tratta di ciclopedonali, ovvero piste promiscue sulle quali non vi è alcun obbligo di legge di percorrerle (sarebbe pericolosissimo costringere a convivere bambini, cani, pattini, monopattini e ciclisti), b) anche le ciclabili per lo più vengono popolate da podisti, pattinatori e altri utenti, contro i quali non abbiamo nulla ma con i quali non è possibile convivere senza pericolo in una corsia per lo più sporca, piena di vetri, buche e arbusti!

Certo, in alcune situazioni il ciclista “rompe” e “interrompe” la corsa dell’automobilista che “non ha tempo da perdere perché lavora” ma nessun rompiscatole, anche il più molesto merita di essere ferito brutalmente o ucciso per il solo fatto che “disturba”!

In alcuni casi l’automobilista, come non bastasse la condotta scellerata alla guida si spinge anche oltre, ed aggredisce i ciclisti che ritiene non legittimati a stare sulla “sua strada” utilizzando la sua automobile come un’arma carica, spinto da sentimenti di odio che riversa sulla strada e sugli utenti più deboli, con ragioni che vogliamo attribuire ad un profondo disagio sociale.

Si tratta non più di incidenti ma di vere aggressioni, che finiscono con ciclisti investiti “volontariamente” da automobilisti inferociti.

Il motivo che scatena la cattiveria è per lo più futile: l’ingombro sulla strada del ciclista, che secondo l’automobilista non teneva una traiettoria precisa, senza considerare che, come chiarisce il codice della strada (art. 148) la bicicletta è soggetta a sbandamenti a causa di vento, buche ed altre variabili.

L’automobilista però non tollera che il ciclista impegni quel tratto di asfalto che considera, a torto di sua esclusiva proprietà, ed ecco che con pieno diritto (pensa lui), lo sfiora, lo insulta, lo minaccia…e se il ciclista dovesse reagire, la vena si chiude ed ecco il dramma.

In questi casi non si tratta di incidente stradale, infatti non bisogna stabilire dinamica e colpa per far intervenire l’Assicurazione, bensì l’automobilista dovrà rispondere in prima persona dei reati commessi, dalle minacce all’aggressione alle lesioni gravi o gravissime, fino al tentato omicidio (atti diretti in modo non equivoco) o nel peggiore dei casi di omicidio volontario.

Luca Chirico, corridore tutelato da Zerosbatti ne ha fatto le spese e dal suo caso emblematico coinvolgeremo in una campagna di sensibilizzazione Enti e Associazioni di promozione sportiva, pronte a costituirsi parti civili nel caso di rinvio a giudizio dell’automobilista.

Crediamo che la tolleranza di queste condotte potrebbe portare a conseguenze ancora più gravi di quelle che fino ad oggi abbiamo registrato e chiediamo che questi reati vengano immediatamente e rigorosamente puniti.

 

Avv. Federico Balconi

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