Alla luce del nuovo Codice della Strada… quanto ne sai davvero?

Un breve vademecum per rinfrescare la memoria e viaggiare informati

 

Luci: sono obbligatorie?

Sì. Le luci sono obbligatorie anche di giorno. In particolare, la luce anteriore bianca e la posteriore rossa devono essere sempre funzionanti. Non è più previsto il solo obbligo dal tramonto in poi.
Inoltre, i catadiottri – dispositivi riflettenti da applicare sui pedali – sono prescritti dalla normativa, anche se, purtroppo, spesso trascurati dai ciclisti.

Piste ciclabili, ciclopedonali e corsie ciclabili: facciamo chiarezza

Piste ciclabili: riservate esclusivamente ai ciclisti, il loro utilizzo è obbligatorio.

Ciclopedonali: promiscue tra pedoni e ciclisti, sono facoltative. L’uso è sconsigliato agli sportivi in allenamento, per ovvie ragioni di sicurezza e fluidità.

Corsie ciclabili: anch’esse a uso promiscuo, sono comuni nei centri urbani. Anche se non sempre protette, la loro presenza rappresenta un utile riferimento visivo per gli automobilisti, aiutandoli a mantenere una distanza corretta dai ciclisti.

Il metro e mezzo nel sorpasso: un’applicazione controversa

L’art. 148 del Codice della Strada prescrive che, durante il sorpasso di un ciclista, l’automobilista mantenga almeno 1,5 metri di distanza. Tuttavia, la norma è subordinata alla clausola “ove le condizioni della strada lo consentano”, che ha generato non poca confusione interpretativa.

Secondo un’interpretazione più prudente, il conducente dovrebbe attendere che vi siano le condizioni per superare in sicurezza. Tuttavia, la prassi più diffusa tende ancora a lasciare all’automobilista il margine decisionale, con il rischio di compromettere la sicurezza del ciclista. Una lettura pericolosa, che meriterebbe una più netta regolamentazione.

Il campanello è sempre obbligatorio?

Sì. Il campanello è un dispositivo obbligatorio su tutte le biciclette, comprese quelle da corsa.

Multa in bicicletta: si perdono punti sulla patente?

Assolutamente no. Non essendo necessaria la patente per condurre una bicicletta, non è possibile subire la decurtazione dei punti.

Si può andare in doppia fila in bicicletta?

Sì, ma solo nei centri urbani e a condizione che le circostanze del traffico lo permettano.
Al di fuori dei centri urbani, vige l’obbligo della fila indiana, salvo la presenza di un minore. Una norma anacronistica, in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei, dove la doppia fila è incoraggiata per motivi di sicurezza:

Aumenta la visibilità dei ciclisti e impone agli automobilisti di rallentare.

Costringe il conducente ad attendere uno spazio sufficiente per superare, evitando manovre azzardate.

Riduce la lunghezza complessiva dell’ingombro del gruppo di ciclisti, rendendo il sorpasso più rapido e sicuro.

Il ciclista deve tenere la destra?

Sì, come previsto dall’art. 143 del Codice della Strada. Tuttavia, è importante ricordare che l’obbligo non è assoluto: la presenza di buche, detriti, vetri o altri pericoli può costringere il ciclista a spostarsi verso il centro della carreggiata, per salvaguardare la propria incolumità.

Rotatorie: chi ha la precedenza?

Il ciclista è considerato alla stregua degli altri veicoli: ha gli stessi diritti e doveri in materia di precedenza.
Pertanto, se si trova già all’interno della rotatoria, ha diritto di precedenza su chi sta per entrarvi. Una volta dentro, per legge – ma anche per prudenza – è tenuto a mantenere il margine destro.

L’uso del casco è obbligatorio?

Purtroppo no, nemmeno per i minori. Nonostante l’efficacia del casco sia ormai universalmente riconosciuta, la normativa italiana non ne prevede l’obbligo. Tuttavia, se ne raccomanda vivamente l’utilizzo, poiché in caso di caduta – anche lieve – può letteralmente salvare la vita.

Buon senso: il miglior alleato della sicurezza

Tra le regole non scritte, ce n’è una che ci sentiamo di consigliare con particolare convinzione. L’abbiamo elaborata noi di ZEROSBATTI, raccogliendo le parole dei nostri atleti professionisti, i quali l’hanno citata con maggiore frequenza rispondendo alla domanda: “Come si fa a tornare a casa sani e salvi dopo un allenamento in bici?”
Si tratta del cosiddetto Doppio Check, ovvero l’abitudine di effettuare un secondo controllo prima di compiere qualsiasi manovra.

L’esempio più emblematico riguarda la precedenza, una situazione da considerare sempre a rischio, anche quando spetta chiaramente a noi. In questi casi, è fondamentale non fidarsi mai completamente, rallentare e, se necessario, fermarsi. Solo dopo essersi accertati che nessun veicolo stia sopraggiungendo e che sia realmente sicuro procedere, si può ripartire.

Capita spesso di pensare: “Ma io ho la precedenza”. È vero. Ma – come ricordano i nostri atleti – avere ragione serve a poco se l’altro non ce la riconosce.
In definitiva, la prudenza attiva e l’autoprotezione restano le strategie più efficaci per tutelare la propria sicurezza sulla strada.

 

Avv. Federico Balconi

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